La storia di Trivio
Il toponimo trivio deriva dal fatto che il paese è sorto su un trivio, il nome attuale è la trasformazione avvenuta nel tempo del più antico trebio o trebia, poi trejio.
Il territorio circostante il trivio è stato intensamente e continuamente abitato dalla fine dell’età del bronzo (II millennio a.c.) Fino all’alto medio evo. Come in altre zone della Valnerina l’età del bronzo segna una tappa fondamentale nello sviluppo demografico del territorio e nella sua organizzazione. La zona doveva offrire un interesse particolare a causa della presenza di miniere di ferro localizzabili alle pendici del monte birbone. L’unico insediamento noto per la tarda età del bronzo è quello di monte Pizzoro (m.1012 s.l.m.).
Il territorio deve aver avuto un intenso sviluppo durante l’età del ferro.(i millennio a.c.) Il trivio è segnalato per reperti italici dell’istituto paleontologico italiano. Il sistema di controllo del territorio è rappresentato da recinti fortificati disposti circolarmente a quota superiore ai mille metri attorno al centro principale. (uno di questi è il castelliere in località selva grossa dove di recente sono stati effettuati scavi archeologici dalla associazione archeo-ambiente di Monteleone di Spoleto con la supervisione della dott.ssa Costamagna della soprintendenza ai beni architettonici e culturali della provincia di Perugia) il centro della vita religiosa ed economica del territorio è rappresentato da santuari d’altura (Monte Aspra, forma cavaliere). Essi sono stati attestati dalla fine del VI sec. A.c. E continuano a vivere talvolta fino in età romana. Con l’inizio del III sec. A.c. E l’accentuarsi degli interessi di Roma, la situazione economica e sociale del territorio subisce un profondo mutamento. La sua organizzazione agricola e produttiva si trasforma col moltiplicarsi di piccole comunità d’insediamento rustico nelle zone più adatte allo sfruttamento agricolo cui corrisponde probabilmente la creazione di centri urbani di controllo (l’unico stanziamento storicamente noto è Spoleto) un grosso interesse assume contemporaneamente l’adiacente centro di villa s. Silvestro subito dopo la conquista della sabina da parte dei romani (avvenuta nel 292 a.c. Da parte di Manio Curio Dentato. (Ansano Fabbi storico) qui, viene innalzato un tempio che diventa il principale punto d’interesse economico, culturale, religioso, per le popolazioni circostanti, sostituendo o comunque circoscrivendo il ruolo dei santuari indigeni d’altura d’epoca precedente. In epoca imperiale lo sfruttamento agricolo della zona subisce probabilmente un rallentamento. Di questo periodo, così come dell’epoca tardo antica e altomedioevale, abbiamo più rare e comunque vitali testimonianze sul territorio. Centro di strade dal nord al sud fu il trivio dove il vocabolo cupra (località a sud-ovest del trivio) è un ricordo di un tempio alla “cupras mater”, alla “magna mater cybele” dei romani. (sulle sue fondamenta vi è la chiesa attuale di s. Erasmo) un itinerario protostorico che passava per trebia (antico nome di trivio) continuò al tempo di roma. Nella conca del corno passava un diverticulum da Leonessa ad Occosium che a trivio intersecava l’altro che dalla valle del tessino-usigni per il colle del capitano proseguiva per trivio al tempio di villa s. Silvestro a Cursula a Nursia; Trebia o Trebula era il centro romano più noto per il nodo stradale, ove presso la chiesa di s. Erasmo sorgeva un tempio probabilmente in onore della dea cupra-cybele ove fu trovata la stele funeraria del i secolo. Lo suggerisce il vocabolo tramandatosi di cupora. (località a sud della chiesa) da trebula i monteleonesi furono detti “trebulani”. Il franceschini riporta un’epigrafe romana trovata presso il trivio. In essa si parla di tito verruzio nursino, quadrunviro dell’edile potestà e dell’erario di spoleto, ottunviro “duoviralis potestatis” della tribù quirina.